
La plastica sembra un materiale meraviglioso, e in parte lo è: è economica e duttile, risponde ai requisiti di resistenza, igiene, leggerezza, economicità richiesti da tutti i settori produttivi, può assumere qualunque forma e caratteristica, ha processi produttivi industrializzati, economici e rapidi. Il problema è che la plastica svolge un ruolo fondamentale nel contemporaneo modello di sviluppo, supportando quegli sprechi di energia e di risorse non sostenibili né ecologicamente né eticamente propri della società dei consumi. In sintesi, la plastica sostiene e concretizza lo spreco. Sepolti dalla plastica spiega come fare per recuperare un corretto rapporto con la plastica, utilizzandola nei casi in cui essa favorisce comportamenti ambientalmente e socialmente corretti, contribuendo alla riduzione degli sprechi. Per farlo è necessario selezionare i casi in cui il suo uso è indispensabile, depurare la quotidianità da un abuso recuperando il senso dei singoli oggetti e adoperando per ciascuno di essi un materiale appropriato.
Adriano Paolella
Architetto, Docente di Tecnologia dell'Architettura presso l'Università "Mediterranea" di Reggio Calabria. Esperto di progettazione e pianificazione ambientale, dal 1979 ha coordinato e diretto ricerche e progetti volti principalmente alla riduzione degli effetti negativi apportati dalle attività umane e alla sostenibilità. È stato presidente dello IAED – International Association for Environmental Design, presidente di WWF Ricerche e Progetti srl e Direttore generale del WWF Italia Onlus. Attualmente collabora con Italia Nostra.
1 Lo strumento dello spreco
2 L’era della plastica
3 Una montagna di plastica
4 Un materiale ubiquo
5 Una risorsa sprecata
6 L’arte dell’inganno
7 Gli effetti dello spreco
Conclusioni
Bibliografia
Sitografia